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“Un Pezzo alla Volt…
 
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"Un Pezzo alla Volta" – Il forum delle storie collettive!

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(@theend)
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Hai mai desiderato scrivere una storia, ma senza sapere come andrà a finire?
Hai mai voluto costruire un racconto insieme ad altri, un pezzo alla volta?
Allora sei nel posto giusto.

Come funziona:

•Un utente inizia con la prima frase o il primo paragrafo di una storia.
•Gli altri partecipano aggiungendo pezzi, rispettando lo stile e l’atmosfera.
•Nessuno sa dove andrà a finire la storia.

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Topic starter
(@theend)
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Registrato: 1 mese fa

Titolo: Quando Ci Svegliammo, Il Mondo Era Cambiato

Nessuno sa cosa sia successo esattamente quella notte.
Ma al mattino… tutto era diverso.
Le case erano lì, ma non erano le stesse. Le persone avevano nomi nuovi. Alcuni ricordavano la vita di prima, altri no.
Ognuno di noi si svegliò con una sola frase scritta sul palmo della mano.

La mia diceva: “Trova gli altri.”

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(@maipiu)
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Registrato: 1 mese fa

Ma mi chiedevo:”gli altri chi”. Non riconosco queste persone. A stento riconosco la mia città e la mia casa, ma questa non è la mia vita.

In quel momento un sms mi dice: “raggiungimi”. 

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 asia
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(@asia)
Registrato: 1 mese fa

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Mi incamminai verso quella che ricordavo fosse la mia casa, ma nulla somigliava a ciò che ricordavo del passato.
Arrivato sulla porta ,con una vernice rossa,trovai una scritta…”per raggiungermi,prima devi ritrovare te stesso…attraversa questa soglia!”

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(@theend)
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Registrato: 1 mese fa

Esitai. La porta sembrava familiare eppure minacciosa, come se custodisse una versione di me che avevo dimenticato. Allungai la mano, il palmo con la scritta ora pulsava leggermente, quasi mi guidasse. Spinsi la porta e un odore di legno bruciato e pioggia mi investì. Dentro, la luce era fioca, ma al centro della stanza c’era uno specchio incrinato. Mi avvicinai. Nello specchio non vidi il mio riflesso , ma quello di un bambino. E quel bambino… mi guardava come se sapesse esattamente chi ero.

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(@tonsillino)
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Registrato: 4 settimane fa

Mi svegliai con un forte mal di testa. Poi iniziai a ricordare: rumore di passi veloci e qualcuno con una voce sibilante che gridava “prendetelo!”. “Come avevano fatto a trovarmi? Era un trappola?” le domande non smettevano di riempirmi la mente aggravando l’emicrania. Feci scivolare la mano lungo i pantaloni ma il cellulare ovviamente non c’era più. Ci stavamo muovendo. Guardandomi attorno capii di essere sul retro di un furgone o di un piccolo camion. Gli altri dormivano ancora, “o forse sono morti..?” i pensieri viaggiavano. Dalla parte opposta però notai una ragazza che illuminata da una luce fioca sembrava stesse leggendo qualcosa su un foglio. Si girò verso di me, aveva notato che mi ero svegliato. Mi sorrise.

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 asia
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(@asia)
Registrato: 1 mese fa

Eminent Member
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Mi sorrise, e per un attimo il tempo sembrò fermarsi. C’era qualcosa di strano in quel sorriso: non era di sollievo, né di paura, ma di consapevolezza. Come se sapesse esattamente dove ci trovavamo, cosa stava succedendo — e soprattutto, perché io fossi lì.

«Finalmente sei sveglio,» disse con voce pacata. Aveva un accento leggermente straniero, difficile da collocare. «Pensavo che non ce l’avresti fatta.»

Cercai di sollevarmi, ma un dolore lancinante mi attraversò la spalla sinistra. Dovevo essermi fatto male durante la cattura. Lei si alzò con calma e si avvicinò, arrotolando con cura il foglio che stava leggendo.

«Chi sei?» chiesi con voce roca.

«Mi chiamo Mira. E tu… tu sei uno dei pochi rimasti.»
«Rimasti? Cosa intendi?»

Mira si guardò attorno, poi si inginocchiò accanto a me. «Non posso spiegarti tutto ora. Ma ti hanno preso perché hai qualcosa che vogliono. Qualcosa che neanche tu sai di avere.»

«Chi sono loro?»

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